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I mosaici teodoriciani

I mosaici teodoriciani, nelle due fasce più in alto, sono più legati alla tradizione romana, perché ricchi di spunti realistici: descrizione del paesaggio, plasticità delle figure, gesti e azioni molto naturali, ambienti e situazioni realistiche. Le scene evangeliche sono descritte come episodi di vita quotidiana, come per attestarne la verità storica. In particolare, le scene con gli episodi della Passione e della Resurrezione, eccellono nella qualità cromatica e nella ricchezza espressiva. L'ultima cena è una scena in cui Gesù è triste e gli apostoli hanno espressioni variamente sconcertate di fronte alla sue parole. Il bacio di Giuda è una scena vivace e di grande chiarezza comunitativa.
Appartiene alla serie teodoriciana anche la scena con il Giudizio Finale, che rispetto al naturalismo delle altre è più astratta e simbolica. Nella composizione simmetrica, si vede la figura centrale di Gesù fiancheggiata dai due angeli e due gruppi di pecore. In questo caso tutti gli elementi visivi tendono a esaltare la dimensione sacra, soprannaturale, facendo perdere alle figure la fisicità e concretezza ravvisabile nelle altre scene evangeliche. Lo spazio è ridotto, i volumi tendono ad appiattirsi per via delle stesure cromatiche più uniformi e l'assenza delle ombre,i personaggi sono visti come apparizioni immateriali e divine. Anche i visi sono simili traloro, hanno grandi occhi con sguardi rivolti all'infinito. La dimensione ultraterrena e il senso di eternità sono trasmesse anche dai gesti bloccati nell'assenza di movimento.

L'ultima cena Mt 26,20-29
Il bacio di Giuda Mt 26,14-56
Gesù e la Samaritana Gv 4,1-30
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