Interno
A tre navate, con archi a tutto sesto e 2 file di 12 colonne di marmo greco. Le colonne, molto belle, con capitelli corinzi, sono dotate di pulvino, tipico motivo bizantino, con forma troncopiramidale rovesciata, utilizzato per alzare l'imposta dell'arco e conferire maggiore slancio all'edificio. I fusti delle colonne, i capitelli e le basi sono di provenienza orientale. La chiesa all'interno si presenta ampia e molto luminosa, per via delle grandi finestre ad arco. L'abside è stato rifatto nel 1950, e il pavimento originale è a 1,20 m. più in basso. La basilica di Sant'Apollinare Nuovo ospita uno dei più importanti cicli musivi di Ravenna.
I mosaici della Basilica di Sant'Apollinare Nuovo sono molto importanti, oltre che per la qualità altissima anche perché mostrano l'evoluzione dello stile bizantino, poiché appartengono a periodi diversi. Ricoprono interamente le pareti lunghe della navata centrale, si tratta di un lavoro enorme.
La decorazione si sviluppa su tre fasce sovrapposte:
le due fasce in alto sono le più antiche, risalgono alla fine del V sec. (età di Teodorico), sono divise in riquadri e presentano:
-Nella prima fascia, vicino al soffitto, le Storie di Cristo, disposte in una sequenza di riquadri rettangolari.
-Nella seconda fascia figurano· i Santi e Profeti affiancati alle grandi finestre ad arco.
I mosaici teodoriciani, nelle due fasce più in alto, sono più legati alla tradizione romana, perché ricchi di spunti realistici: descrizione del paesaggio, plasticità delle figure, gesti e azioni molto naturali, ambienti e situazioni realistiche. Le figure di Santi e Profeti presentano vesti ombreggiate e morbidamente panneggiate. Essi, nonostante l’indefinito fondo oro, si dispongono su un tappeto erboso prospettico. Le scene evangeliche sono descritte come episodi di vita quotidiana, come per attestarne la verità storica. In particolare, le scene con gli episodi della Passione e della Resurrezione, eccellono nella qualità cromatica e nella ricchezza espressiva. L'ultima cena è una scena in cui Gesù è triste e gli apostoli hanno espressioni variamente sconcertate di fronte alle sue parole.
La fascia inferiore è più recente: risale alla prima metà del VI sec. (tempo di Giustiniano), formano una decorazione continua senza interruzioni.
Mostrano:
-a sinistra il Porto di Classe, la Teoria delle sante vergini, i Re magi, la Madonna in trono tra quattro angeli
-a destra il Palazzo di Teodorico, il Corteo dei Martiri, San Martino, Cristo in trono.
I mosaici giustinianei, con i due cortei, dei santi e delle sante, sono di gusto più orientaleggiante e più astratto, cioè più bizantini. I paesaggi non esistono più, rimangono solo pochi elementi simbolici. Le figure non hanno più volume, sembrano sospese in aria, hanno contorni che le appiattiscono. Tutte le forme sono geometrizzate, i gesti sono convenzionali. Vi è la tipica isometria bizantina cioè l’uguaglianza nei gesti e nelle misure.
Non si cerca più la somiglianza con la natura, ma un'immagine fantastica, irreale, spirituale. Si punta sull'effetto ritmico, sui colori vivaci e le decorazioni ricche. Non si rappresenta la realtà ma un mondo superiore: quello del Paradiso, dove non esiste la materia, ma solo lo spirito. E tutto è permeato dalla presenza divina.
Il Palazzo di Teodorico è mostrato in prospettiva ribaltata. Ciò vuol dire che quello che vediamo corrisponde ai tre lati del peristilio. L’artista ha scelto quindi di ribaltare le due ali del peristilio sullo stesso piano del fronte (quello caratterizzato dalla monumentale triplice arcata sormontata da timpano con la scritta PALATIUM).
La Basilica di Sant'Apollinare Nuovo
La Basilica di Sant'Apollinare Nuovo risale alla fine del V sec.
Teodorico, re degli Ostrogoti, per celebrare la sua vittoria contro Odoacre nel 493 si trasferì a Ravenna, fece costruire il suo palazzo e questa chiesa, che ha quindi anche funzione di Cappella Palatina.
Teodorico era di fede ariana, e la chiesa venne dedicata al culto ariano e intitolata al Salvatore.
Nel 560, sotto Giustiniano, fu riconsacrata al culto cattolico e dedicata a S. Martino di Tours, santo combattente contro l'eresia. Nel periodo giustinianeo avvengono alcune modifiche che si vedono all'interno. Ad esempio nel mosaico raffigurante il Palazzo di Teodorico, si possono notare delle mani sulle colonne. Probabilmente in corrispondenza di ogni arco erano rappresentati funzionari di corte e lo stesso Teodorico.
A metà del IX sec. si trasferirono qui le reliquie di Sant'Apollinare dalla chiesa di Classe, troppo vicina al mare ed esposta alle scorrerie dei pirati. Quindi venne chiamata S.Apollinare Nuovo.
L'esterno è molto semplice,la chiesa presenta una tipologia basilicale a tre navate e tre absidi (semicircolari all'interno e poligonali all'esterno) e un atrio porticato che a Ravenna è detto àrdica. E' stata modificata in epoche successive: il portico davanti è del XV sec., la facciata presenta una bifora rinascimentale; il campanile è del IX/X sec., di stile romanico e forma cilindrica. La muratura è con mattoni a vista.